La notte del 16 Giugno ha segnato l’apertura della stagione dell’opera con la serata inaugurale della Stagione Lirica con Aida presso l’impareggiabile Arena di Verona. Aida, un’opera lirica in quattro atti di Giuseppe Verdi, non ha mai smesso di catturare l’immaginazione e il cuore del pubblico, un ossimoro perfetto che vive tra il commerciale e l’artistico. Questa analisi, incentrata sul principio antitetico tra l’esperienza dell’utente e le tecniche di marketing, vorrei destinarla a esperti di marketing e appassionati di opera.

La nuova versione di Aida rappresenta un connubio senza precedenti tra l’antico e il moderno, tra l’arte e la strategia di mercato. Ma cosa rende una prima serata un evento di successo dal punto di vista del marketing? E come si può bilanciare l’antitesi tra la necessità commerciale di esaltare un prodotto e l’inestimabile valore dell’esperienza dello spettatore che non può essere comprata?

Scenografia Spettacolo Opera Aida di Giuseppe Verdi all'inaugurazione della Stagione Lirica Arena di Verona

Viaggio tra marketing ed esperienza

La serata è stata un evento ricco di emozioni che ha saputo coniugare il fascino millenario dell’Arena di Verona con l’innovazione delle strategie di marketing moderno legato alla scenografia proiettata nel futuro. Come si è riusciti a ottenere questo connubio di successo?

  • Il marketing ha svolto un ruolo fondamentale nel creare un’atmosfera unica e coinvolgente, alimentando l’anticipazione per l’evento e promuovendo efficacemente il prodotto – l’opera Aida.
  • L’esperienza dello spettatore non può essere comprata. Non si tratta solo di sedersi a teatro e guardare un’opera, ma di vivere un’esperienza coinvolgente che tocca le corde dell’anima e rimane impressa nella memoria.
  • Questo delicato equilibrio tra esigenze commerciali e rispetto dell’arte ha portato alla creazione di un evento che, pur essendo di per sé un prodotto di marketing, ha cercato di mantenere intatta la sua essenza artistica ed emotiva.

L’antitesi risiede qui, nel cuore di questo evento. È l’incrocio di queste due dimensioni, quella commerciale e quella emotiva, che ha permesso a questa serata di eccellere, di fornire un’esperienza unica al pubblico e di esaltare al contempo il prodotto.

Da quanto ho potuto verificare sui Social (Facebook in particolare) non sono state apprezzate le nuove scenografie seppur rimanga indiscutibile la bravura degli attori e delle comparse che hanno mostrato tutta la loro professionalità in ogni secondo dello spettacolo. Si possono vedere qui alcuni commenti al post sponsorizzato.

Soggettiva, Oggettiva, Esperienziale

L’esperienza del pubblico può essere suddivisa in tre dimensioni: soggettiva, oggettiva ed esperienziale. Queste tre sfere si intrecciano e interagiscono per formare l’esperienza complessiva del pubblico.

  • La dimensione soggettiva comprende le reazioni personali dell’individuo all’opera. Come diceva Oscar Wilde, “Il bello e il brutto sono elementi soggettivi”. Le preferenze personali, le emozioni, le aspettative sono tutte parte di questa dimensione
  • L’ambito oggettivo è invece legato all’ambiente e al contesto in cui si svolge l’opera. L’Arena di Verona, con la sua storia e la sua atmosfera unica, è un elemento oggettivo che contribuisce all’esperienza complessiva.
  • Infine, c’è la sfera esperienziale. Come suggerito, “il solo e unico valore che detiene o meno la soddisfazione di quello che si è vissuto”. Questa dimensione è il risultato dell’interazione tra la dimensione soggettiva e quella oggettiva. È l’esperienza totale, il ricordo che rimane dopo che il sipario è calato.

L’antitesi in questo caso si trova nell’equilibrio tra questi tre aspetti. Non si tratta solo di creare un’esperienza memorabile, ma di farlo in modo che rispetti l’individualità di ogni spettatore, l’unicità del contesto e la profondità dell’esperienza stessa.

La serata inaugurale di Aida ha rappresentato un esempio lampante di come l’esperienza dell’utente e il marketing possano coesistere solamente attraverso un delicato equilibrio. La sfida per il futuro sarà mantenere e rafforzare questo equilibrio, valorizzando l’arte e l’esperienza del pubblico senza sacrificare le esigenze commerciali. Questa antitesi, l’ossimoro di marketing ed emozione, sarà il fulcro delle strategie di successo nell’industria dell’opera.

Vendere Biglietti Attaverso l’Emozione

In uno scenario in cui il marketing esperienziale sta diventando sempre più centrale, la questione non è più solo come vendere biglietti, ma come creare un’esperienza indimenticabile che vada oltre l’evento stesso. Questo significa che gli operatori del marketing dovranno affinare le loro strategie per comprendere meglio le esigenze, i desideri e le aspettative dei loro pubblici.

  • Dovranno essere in grado di comprendere la dimensione soggettiva, andando oltre i semplici dati demografici per sintonizzarsi sulle emozioni, i valori e le aspettative del loro pubblico.
  • Dovranno essere consapevoli dell’ambiente oggettivo, cioè la fisicità dell’evento stesso, l’atmosfera creata e l’interazione con il pubblico.
  • Infine, dovranno saper lavorare sulla dimensione esperienziale, creando un’esperienza globale che sia più della somma delle sue parti.

Il successo della serata inaugurale di Aida è da valutare. Ci insegna, in ogni caso, che è possibile realizzare tutto ciò senza compromettere l’integrità dell’opera. Al contrario, queste tecniche di marketing possono essere utilizzate per creare un’esperienza ancor prima che si avveri: che non solo soddisfa, ma supera le aspettative del pubblico.

L’antitesi tra marketing ed emozione non è un ostacolo, ma una sfida. Una sfida che, se affrontata con creatività, intuizione e rispetto per l’arte e il pubblico, può portare a un’esperienza indimenticabile che lascia il pubblico in attesa della prossima performance. E non è forse questa l’essenza stessa del marketing?

[Foto Paul Take per gentile concessione di Verona Network – Vietata la riproduzione anche parziale]

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